Sentenza a Napoli, redditometro lede privacy

palazzo-giustizia-napoliUna nuova sentenza del Tribunale di Napoli ribadisce le ragioni di illegittimità del ‘redditometro’. A conferma di quanto già deciso nei giorni scorsi dal magistrato, Valentina Valletta, nella contesa tra l’impiegato del comune di Pozzuoli, Aniello Scognamiglio e l’Agenzia delle Entrate, ieri è stato emesso dal giudice Antonio Lepre un nuovo dispositivo in cui il redditometro viene ritenuto uno ”strumento con potere oltre quello dell’ispezione fiscale” per cui lede la privacy della persona.

La sentenza del 30 settembre nell’affermare che ”l’accertamento fiscale viene ritenuto effettuato su parametri asettici e del tutto astratti e non un accertamento su dati concreti” lo ritiene anche ”in contrasto con i principi fondamentali di imparzialità e buon andamento dell’amministrazione e dei principi di leale collaborazione procedimentale”.

Il giudice nelle conclusioni ha ordinato alla Agenzia dell’Entrate di non intraprendere accertamenti nei confronti del ricorrente e nel caso di non utilizzare o archiviare i dati, ma di distruggerli. ”Mi sa che il redditometro sia uno strumento che oramai debba essere necessariamente ripensato – afferma l’avvocato Roberto Buonanno, che nell’occasione ha difeso un pensionato di Pozzuoli, Giuseppe Follera, deceduto nei mesi scorsi e che lo scorso febbraio aveva ottenuto già un provvedimento urgente dal giudice per bloccare l’attuazione del redditometro – .

Deve essere ripensato non solo per il contenzioso che la sua applicazione rischia, ma per le sentenze intervenute che ribadiscono le ragioni di nullità e di illegittimità dello strumento, ne evidenziano la sostanziale sterilità e smentiscono coloro i quali ritengono che costituirebbe un sistema di lotta all’evasione”.

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