Arriva il decreto “Ristori”

Arriva il decreto RistoriCorrono i contagi e corre l’Esecutivo ad alleviare la sofferenza recata alle attività economiche chiuse o “rallentate” dalle nuove misure restrittive. Nel decreto legge “Ristori”, approvato nella tarda serata di ieri, stanziati più di 5 miliardi di euro che, nelle previsioni, saranno erogati in tempi record dall’Agenzia delle entrate. L’annuncio, con un po’ di particolari, in un comunicato del Consiglio dei ministri.
Il Dl, pronto a entrare in Gazzetta ufficiale, stabilisce che le imprese già destinatarie del contributo a fondo perduto, introdotto dal decreto “Rilancio”, riceveranno il finanziamento automaticamente, sul proprio conto corrente, entro il prossimo 15 novembre. Le altre, come quelle con fatturato superiore a 5 milioni di euro, prima escluse, dovranno invece presentare una specifica istanza. In ogni caso, l’importo che verrà erogato varierà, in linea di massima, dal 100 a 400% di quanto previsto in prima battuta dal Dl n. 34/2020, in funzione del settore di attività.
Non solo contributi
Nel decreto “Ristori”, inoltre, entra anche la proroga della cassa integrazione per i dipendenti delle imprese colpite, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali ai datori di lavoro che hanno sospeso o ridotto l’attività a causa dell’emergenza Covid, l’estensione del credito d’imposta sugli affitti e, ancora, la cancellazione della seconda rata dell’Imu.
Disposizioni per i “sospesi”
Lo spettacolo, lo sport e il turismo, si sa, sono i settori maggiormente colpiti perché più aggreganti degli altri. Per i lavoratori di questi comparti, in estrema sintesi, il decreto stabilisce, oltre alla proroga della cassa integrazione, l’erogazione di indennità modulate a seconda del settore di appartenenza e in misura superiore rispetto a quelle già erogate nella prima fase dell’epidemia.
Il decreto “Ristori”, tra l’altro, non perde d’occhio l’importanza della sicurezza e, per questo, mette in campo anche un insieme di interventi per rafforzare ulteriormente la risposta sanitaria del nostro Paese nei confronti dell’emergenza Coronavirus.

Fonte: fisco oggi

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